Va’ alla piscina … e lavati

Abbazia di Sant’Angelo in Formis

“Gesù sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: “Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe” – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva”. (gv 9,6-7)

In quest’antichissima immagine (Capua 1070) l’episodio del Vangelo di Giovanni è già letto secondo i tre livelli che normalmente il vagelo di Giovanni ci chiede.

1° il livello del fatto accaduto

Lo osserviamo nella concretezza del disegno e del gesto di Gesù che purifica gli occhi del cieco. All’evangelista questo livello serve quasi unicamente per mantenere concretezza al Vangelo. I grandi gesti di Gesù lo manifestano come il Cristo di Dio, proprio quando si fa nostro fratello.

2° il livello “cristologico”

Quello che importa di più all’evangelista è sempre spalancare gli occhi sulla persona di Gesù o se volete accogliere Gesù nella fede.

Lo capiamo da alcuni particolari:
– lo sguardo dei discepoli è attonito come di chi ha fatto la grande scoperta;
– il gesto del primo discepolo è un chiaro invito a seguire Gesù per fare anche noi questa scoperta;
– Gesù ci appare con una massa molto più grande degli altri personaggi dell’immagine, per significarci la sua grandezza;
– lui è il Maestro, colui che annuncia il Vangelo (vedi rotolo nella mano sinistra). Tutto questo lo porta a guarire il cieco.

3° il livello “ecclesiale”.

– Ogni gesto che Gesù compie nel Vangelo di Giovanni è letto come segno che la Chiesa riprende nel suo percorso; in questo caso, con ogni evidenza, quella piscina dove il cieco va a lavarsi, è già un battistero.

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