La gloria di Dio nel presepe, testimonianza di tre artisti

24 dic. 2020

Abbiamo immaginato che tre artisti
(Liberato è nome fittizio per l’artista anonimo delle catacombe)

ci presentassero la loro lettura di questa festa

Liberato e la prima immagine del presepe

Gentile da Fabriano adorazione dei Magi

Leonardo – L’adorazione sconvolgente

 

 

 

 

Liberato e la prima immagine del presepe

Catacombe di Priscilla . III secolo

Per voi è facile descrivere i misteri della fede cristiana

con ogni mezzo, con qualsiasi segno, con qualsiasi oggetto,

talvolta anche con un po’ di superficialità.

Per noi era diverso.

Risultava quasi impossibile trasformare in immagine, (eppure ne sentivamo il bisogno!)

i grandi misteri dell’Incarnazione e della Passione e morte di Gesù.

La crocifissione ci richiamava sofferenze atroci

che ancora alcuni fratelli sperimentavano sui nostri corpi.

Come trasformare in immagini scene così violente?

Eppure noi sapevamo che lì nel crocifisso c’era la Gloria del risorto.

Non meno facile era immaginare la scena di un Dio che si fa uomo,

in un recinto da pastori;

in una grotta dove veniva raccolto solo il bestiame.

Come disegnare la Madre di Dio, una donna che partorisce l’Altissimo!

D’altro canto non volevamo che simili grandi realtà rimanessero solo nel pensiero.

Ho osato, limitandomi all’essenziale:

una donna che mostra il suo bambino;

negli suoi occhi lo sgomento e il Santo timore di Dio.

Un uomo, (Un profeta, o Giuseppe, e certo anche ogni spettatore)

che con una mano indica Maria, o forse la stella,

e con l’altra sembra porre riparo o forse segnare distanza da tanto Mistero.

Una stella, quella dei Magi per intenderci,

ma con tante punte quasi il Sole che nasce.

Gli occhi di un bambino spalancati o forse sperduti nel vedere questo mondo:

con la sua bellezza le sue fragilità.

 

Canto: Plena est terra…

Lett. 1:

«Accogli, o Vergine,

Dio nel tuo seno immacolato».

Lett. 2:

All’udire l’Angelo,
fu presa, insieme, da timore e da stupore.

Stette immobile tremando
E il suo animo fu come smarrito.

Quindi il suo cuore si allietò,
si confortò per quelle parole;

arrossì nelle guance,
sorrise, come una bambina
allietata di gioia e pervasa nel cuore
da un delicato senso di pudore.

E a lei tornò il coraggio

Lett. 1:

Per il piccolo nato
mise ali la terra gioiosa

il trono celeste sorrise e l’universo esultò.

E l’Astro divino allora apparso
fu venerato dai Magi;

il Bimbo avvolto in fasce
fu mostrato in una greppia ai seguaci di Dio:
guardiani di mandrie, pastori di agnelli.

E Betlemme, per volere divino,
fu detta: patria del Verbo. (Oracoli sibillini II sec.)

Canto

 

Gentile da Fabriano adorazione dei Magi

Firenze 1431

 

In quegli anni Firenze era il centro del mondo per cultura, arte e commerci.

Una delle famiglie più in vista, mi propose di dipingere una pala d’altare
che avesse per tema l’adorazione dei Magi.

L’avrebbero posta in una delle più belle chiese della città.

Era fin troppo evidente come volessero celebrare la gloria del loro casato,
forse più che la gloria del Figlio di Dio.

Per me era l’occasione della vita;
il successo di quell’opera sarebbe stata anche la mia notorietà.

Le indicazioni, fin troppo chiare, del committente
circa lo splendore che doveva raggiungere l’opera
mi facilitarono all’inizio il lavoro.

Si trattava di riproporre il grande corteo della Festa dell’Epifania;
si trattava di immaginare che tre re,
provenienti da diverse parti del mondo arrivassero a Firenze
e si inchinassero davanti al Re del mondo.

Ricchezza di vesti, sfolgorio di preziosi,
parata di cavalli facevano proprio al caso nostro.

Un giorno riguardai, alla presenza dei committenti, la pala quasi terminata.
Era bellissima. Tutti l’ammirarono. Io ne ero soddisfatto.

Poi, quasi un lampo mi scosse; fui preso da immensa tristezza:.
M’accorsi che se avessi tolto i tradizionali animali e la grotta,
se non avessi aggiunto qualche aureola sul capo dei santi personaggi
la si poteva confondere con l’istantanea di una qualsiasi festa nobiliare.

Corsi ai ripari.

Chiesi all’amico che stava preparando la meravigliosa cornice

di lasciare alcuni spazi dove poter ricuperare qualche scena autentica di Vangelo:

così nella predella con uno stile forse un po’ retrò, ma più spirituale,

ho messo alcune scene tradizionali: la nascita, la fuga in Egitto, la circoncisione.

 

 

 

 

Negli spazi sopra gli archi, riprendendo la consuetudine delle antiche icone orientali,

ho recuperato la storia dei profeti, ho ripreso la gloria dei cherubini; ho sottolineato il sì di Maria;

e al centro il pantocratore, la potenza di questo bambino!

Non so se oggi farei mai un’immagine simile.

Ma ormai la guardo con più serenità:

mi pare che la bellezza uscita dal mio pennello

possa aiutare, comunque, a contemplare qualcosa di una gloria grande e irraggiungibile.

 

Preghiera

Lett. 1:

I patriarchi ti hanno acclamato
i profeti ti hanno annunciato;
gli angeli ti han mostrato ai pastori
i cieli, attraverso una stella,ti han reso manifesto
e tutti i giusti con gioia ti hanno accolto.

lett. 2:

I Re di Tarsis e delle isole portarono offerte;
I re degli arabi e di Saba offrirono doni;

al Signore i Magi offrirono tre regali preziosi
che manifestano i divini misteri:
l’oro richiama il suo essere Re;
l’incenso ne prefigura il sacerdozio;la mirra annuncia la sua sepoltura.

Coro:

I patriarchi ti hanno acclamato
i profeti ti hanno annunciato;
gli angeli ti han mostrato ai pastori
i cieli, attraverso una stella,ti han reso manifesto
e tutti noi , nella gioia ti vogliamo accogliere! (Liturgia dell’Epifania)

Canto

 

 

 

Leonardo – L’adorazione sconvolgente

E’ solo un disegno preparatorio, iniziato nell’anno 1481La tela non è mai stata eseguita

Ancor oggi circolano su di me false notizie.

Quando ho cominciato a pensare a questa tela
ero un po’ arrabbiato, lo confesso, ma soprattutto preoccupato.

Non ne potevo più di quadri e affreschi,
dove la Natività era diventata pretesto per fotografare i potenti e le loro corti.

Ma dove era finito il Mistero?
Dove il capovolgimento dei valori
portati da quel bambino che è il Figlio di Dio?

E come evitare, io stesso, l’orgogliosa supponenza
di chi pensa di comprendere più degli altri?

Ho pensato:

“Comincerò col mettere al centro Maria, come facevano le antiche icone.
Non è forse lei, la grande protagonista di questo evento?

“Vergine madre, figlia del tuo figlio”,
cantava il divino Dante.

“Il re e signore di tutti si è invaghito della tua grazia,
ha deciso di sollevare il mondo con il tuo sì”,
aveva scritto San Bernardo;

e proprio lei, nel Magnificat, aveva cantato:

“ha rovesciato i potenti dai troni ha innalzato gli umili;
ha guardato all’umiltà della sua serva
ed ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”.

Tra gli umili, mi sono detto, devo mettere anche i Magi:

in fondo con pochi segni, hanno fatto tanta strada;
e nella loro ricerca appassionata,
sono davvero il simbolo di ogni uomo che cerca nell’umiltà,
che non pretende di avere la fede piena,

e proprio per questo raggiungono la fede vera,
quella che esprimono nei loro doni:

oro, che significa Re;
incenso, che significa Dio;
mirra, che significa uomo mortale.

 

C’erano poi i potenti,(tra loro anche chi mi aveva commissionato la tavola);

li ho voluti sconvolti, disordinati,
perché troppo spesso vivono in un ordine falso,
quando invece nel loro cuore c’è confusione, smarrimento, pensieri contorti…

Se vogliono scoprire il mistero, devono “cambiare,”
Devono trovare il coraggio di qualche gesto arrischiato.

Non ho dimenticato la realtà del mondo;

anche voi, seppur vivete nel «Duemila», lo vedete bene:
è uno sfacelo,

con la «pazza bestialità della guerra»,
la cattiveria umana e ogni altra violenza o stupidità.

Tutto questo però, l’ho lasciato sullo sfondo,

perché il centro della storia è Lui,
quel tenero Bambino in braccio a sua madre,
è Lui la forza per cambiare il nostro cuore e il cuore del mondo.

 

Non vi sembri superbia la mia presenza sulla sinistra del cartone:

volevo solo testimoniare, indegno testimone,
con molti altri certo,
ma portatore di un dono
la capacità di consegnarvi qual cosa della rivelazione, in forza della mia arte.

Leggo una domanda sui vostri volti:
“Ma perché non hai completato un’opera così grandiosa?”.

Taluno, ohimè, ha pensato che sia successo per vili questioni di denaro,
compensi da me pretesi e che non mi furono concessi.

Confesso, a tratti l’ho pensato anch’io;
col tempo però, ho capito che è il Mistero stesso che rimane incompiuto;

manchi ancora tu nel dipinto;
manca il tuo volto, la tua scelta, il tuo Natale…»

Qualche istante di silenzio e il canto d’ingresso

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