Sulle rive del fiume Eufrate…

PREGHIERA RAGAZZI
Una sera di ottobre dell’anno 539 a.C.

Oggi la liturgia ci invita a pensare a Gesù Signore della vita.
Lo vogliamo fare pensando come il Signore sin dal primo giorno ha voluto la vita;
e proprio a cominciare dai ragazzi vogliamo dire questa nostra fede,
anche in giorni così tristi.
Lo facciamo con un racconto antichissimo,
nato anch’esso in un momento di enorme fatica e desolazione.
Sono certo che i ragazzi capiranno la bellezza di Gesù, vita di ogni uomo;
spero che anche gli adulti trovino conforto e speranza.

Narr.:

Anche questa sera, tutto porta alla tristezza.
Da molti anni la nostra comunità si trova qui in esilio.

Tutti: Ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato,
allegre canzoni, i nostri oppressori:
“Cantateci canti di Sion!”.
Come cantare i canti del Signore
in terra straniera? (sal 137)

Narr.:

Ci ritroviamo qui, ogni sabato, all’inizio di ogni sabato, per pregare…
Ma non è facile!

Tutti: Come cantare i canti del Signore
            in terra straniera? (nota 1)

Narr.:

Stanno arrivando alla spicciolata.
Si ode una voce desolata: Tohu, wa Bohu! (Caos e desolazione);
E’ Giacobbe, un vecchio
a cui i molti anni di esilio hanno tolto il senno.
Parecchi gli fanno eco:

Tutti: Tohu, wa Bohu! (Caos e desolazione)

Mamma: “Perché il Signore Dio ci fa tutto questo?»

Un altro: “Avete abbandonato il Signore per servire nella vostra terra divinità straniere…
sarete servi di stranieri in una terra non vostra”.

Narr.:

Il sacerdote interviene, con voce forte, perentoria:

Sac.: ” Dio creò, in principio, il cielo e la terra!”

Narr.:

e indica ai suoi piedi, un piccolo fiore
che aveva sfidato la calura di quella giornata assolata;
poi accennando all’orizzonte infuocato del tramonto:

Sac.: “Sì – continuò –
la terra era informe e deserta; le tenebre ricoprivano l’abisso,
ma lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque!”. (nota 2)

Narr.:

E ci invitò a pregare con lui.

Sac.: In principio Dio creò il cielo e la terra.

Silenzio

Sac.: Dio disse: “Sia la luce!”.
Ass.: E la luce fu.
Sac.: Dio vide che la luce era cosa buona e bella.
Ass.: La luce è cosa buona; la luce è cosa bella.
Sac.: Chiamò la luce giorno, le tenebre notte. (nota 3)

Narr.: E fu sera e fu mattina: giorno primo.
Tutti: il Signore è la luce che vince la notte. Alleluia

Sac.:

Dio disse: “Sia un firmamento in mezzo alle acque
per separare le acque dalle acque”.
Dio fece il firmamento ;
separò le acque che sono sotto il firmamento
dalle acque che sono sopra il firmamento.

Ass.: E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. (nota 4)

Narr.:

E fu sera e fu mattina: secondo giorno.
Così fino al sesto giorno continuò a creare e ad abbellire il mondo.

 

 

 

…sosta. I ragazzi si possono accostare alla finestra e cercare nel paesaggio un particolare mai notato.
Tornano a sedere e pregano ad alta voce
esprimendo la lode per quanto hanno notato.

 

O che bello….

Narr.: Venne il sesto giorno…

Sac.:

Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine,
secondo la nostra somiglianza:
dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo,
sul bestiame, su tutti gli animali selvatici
e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”.

Narr.:

Si alzò dal fiume, una brezza leggera,
“un filo di silenzio sonoro”invase tutta l’assemblea.
E lì era il Signore». (nota 6)

Sac.

Dio creò l’uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò:
maschio e femmina li creò.

silenzio

Sac.: li benedisse e disse loro:

“Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra e soggiogatela,
dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente che striscia sulla terra”.

silenzio

Sac.: Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona.
Tutti.: La cosa più bella, più buona!

Narr.: E fu sera e fu mattina: sesto giorno.

Tutti: O Signore, Signore nostro,
            quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!

papà:

Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza,
con la bocca di bambini e di lattanti:
hai posto una difesa contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.

mamma:

Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

Tutti: O Signore, Signore nostro,
             quanto è grande il tuo nome su tutta la terra! (salmo 8)

 

 

 

silenzio

 

 

 

 

 

 

Narr.:

Eravamo ormai pronti a celebrare il Sabato,
il settimo giorno. (nota 7)
Giorno nel quale Dio cessò da ogni lavoro;
giorno che Dio benedisse e consacrò.

Tutti: Anche noi siamo pronti a celebrare la tua Pasqua
             La potenza della tua vita

Narr.:

Come all’inizio della serata,
si udì nell’assemblea la voce di Giacobbe;
non più desolata, ma piena di nuovo vigore;
intonava uno dei nostri salmi più belli:
Lodate il Signore, genti tutte,
popoli tutti, cantate la sua lode,

Ass.: Forte è il suo amore per noi
           e la fedeltà del Signore dura per sempre.

* * *

Narr.:

Così un sacerdote, presso i fiumi di Babilonia,
consola e incoraggia il suo popolo errante.
Con un inno contro la paura.
Con un canto di fede in sette strofe. 


Note per chi non si accontenta

Nota 1:
È questo un racconto di Israele, scritto quando gli Ebrei erano prigionieri in esilio (587-538 a.C) e si trovavano presso i fiumi di Babilonia. Erano lontani da casa. E lontano da casa spesso sorgono le domande importanti.
Da dove veniamo e dove andiamo? A che scopo siamo qui su questa terra, a volte così paradisiaca e a volte così deserta e vuota? Ci sentiamo abbandonati, senza difesa. “L’acqua ci sale fino alla gola, ci manca il respiro” (sal.68). Tutti dicono: “Dov’è il tuo Dio?”. Mia roccia, Perché mi hai dimenticato?
Un sacerdote d’Israele racconta una storia. Un sacerdote senza tempio.
Anche lui è lontano da casa; attinge sia da fonti antiche di secoli, sia da fonti del suo tempo. Così è nata questa storia con la quale egli consola la sua gente. Non tiene una lezione su come si è formato il mondo; canta piuttosto una ballata religiosa sul tema.
Il sacerdote offre agli esiliati, sotto forma di un canto, le riflessioni valide che ha racimolato qua e là, dal passato e dal presente.

nota 2:
terra: La parola ebaica (‘erez) significa sia la terra intera, sia la terra d’Israele,( ‘erez Israel). La piccola storia di Dio con questo popolo indica quindi anche la grande storia universale.
Lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque: Come un’aquila vibra e trema sospesa nel cielo sopra il nido dei suoi piccoli, così il respiro di Dio è sospeso sopra le acque tenebrose, meditando un piano.

Nota 3: Chiamò la luce giorno, le tenebre notte: Dio fa separazione fra luce e tenebre, e così si forma un tempo da lui protetto.

nota 4: Dio fa separazione fra acque e acque e così si forma uno spazio da lui protetto. “Hai posto un limite alle acque: non lo passeranno, non torneranno a coprire la terra”. (sal 103)
nota 6: Dio disse: “Facciamo gli esseri umani”. La corte celeste trattiene il respiro, che cosa mai sta per fare Dio adesso! È ovvio che ha in mente qualcosa di speciale. Questa volta anche Dio sembra titubante, sembra quasi che l’azione creatrice si arresti un attimo. Silenzio, perché adesso sta per accadere qualcosa…

 

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