Siamo ciechi anche noi?

 

Preghiera Vocazionale – Quaresima 2020

1. Introduzione

Visione di “Quando il giorno incontra la notte”

(Day & Night, Pixar 2012)
https://www.youtube.com/watch?v=dJz_noKP-Bw

http://www.everyeye.it/public/covers/21022011/Quando-il-giorno-incontra-la-notte_cover.jpg2. La Parola (Gv 9, 1-13; 35-41)

Passando, vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?”. Rispose Gesù: “Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo”. Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: “Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe” – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: “Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?”. Alcuni dicevano: “È lui”; altri dicevano: “No, ma è uno che gli assomiglia”. Ed egli diceva: “Sono io!”. Allora gli domandarono: “In che modo ti sono stati aperti gli occhi?”. Egli rispose: “L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista”. Gli dissero: “Dov’è costui?”. Rispose: “Non lo so”.

Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: “Tu, credi nel Figlio dell’uomo?”. Egli rispose: “E chi è, Signore, perché io creda in lui?”. Gli disse Gesù: “Lo hai visto: è colui che parla con te”. Ed egli disse: “Credo, Signore!”. E si prostrò dinanzi a lui. Gesù allora disse: “È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi”.

Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: “Siamo ciechi anche noi?”. Gesù rispose loro: “Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane”.

3. Meditazione

3.1. Passando vide un uomo cieco dalla nascita

Gesù si fa conoscere nella sua straordinarietà venendoci incontro nei momenti della nostra quotidianità, in ogni momento della nostra vita: nel brano di Vangelo, uno dei protagonisti è il cieco nato. Egli non riesce a riconoscere in modo nitido ciò che lo circonda e che fa parte della sua vita; infatti si trova in strada, senza punti di riferimento e mendicando, cioè affidandosi continuamente a chiunque passi nelle vicinanze; nessuno, però, rimane, nessuno gli offre qualcosa di duraturo e che possa cambiare in meglio la sua vita.

Gesù, invece, è l’unico che, di spontanea volontà (senza che il cieco lo chiamasse), si fa vicino al cieco e gli ridona la vista. Questa guarigione lo porta a vedere le cose e le persone in modo nitido, gli dà una nuova consapevolezza di fronte a ciò che lo circonda e gli permette di riconoscere ciò che è fondamentale per la sua vita. Grazie proprio al dono della vista, il giovane riesce a capire (gradualmente) chi è questo fondamento della vita: Gesù.

Noi, molto spesso siamo ciechi e mendicanti, ovvero non ci diamo riferimenti e vagabondiamo senza meta, senza qualcosa che ci contraddistingue e ci dà sapore. Lo sforzo da fare è quello di accogliere Gesù, sapendo che è lui il primo a fare il primo passo verso di noi e riconoscerlo come colui che può dare sapore, con la forza del suo Amore, alla nostra vita.

Quanta fatica capire di essere ciechi… e poi… lasciarsi guarire!

    • Scelgo di accogliere Gesù? In quali occasioni provo a farlo? In che modo?
    • Quando invece faccio fatica ad accoglierlo/ascoltarlo? Perché?

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3.2. Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva,
spalmò il fango sugli occhi del cieco

 

Dal fango e dallo sporco può venire qualcosa di buono? Gesù si sporca le mani per fare del bene. Agisce concretamente sul problema fisico del cieco con strumenti semplici, reali e a portata di mano: la saliva, la terra e le sue mani. Con queste Gesù si fa vicino alla condizione del cieco che viveva mendicando per strada: sulla terra, quella stessa terra su cui Gesù ha scavato ricavandone del fango!

Quella stessa terra dalla quale l’uomo è stato chiamato con una Parola alla vita, ora grazie a quella stessa terra Gesù attraverso le sue dita ri-crea l’uomo cieco! È più facile pensare a Gesù come qualcuno di distante… qualcuno che posso isolare tranquillamente in un ambito nascosto o meno quotidiano della mia vita (perché l’ho deciso io! Ma in realtà…non è proprio così!) No! Gesù è presente nel quotidiano e lì opera sporcandosi del nostro essere terra per ricrearci a sua immagine, come uomini e donne veri!

    • Gesù si sporca le mani per aiutare il cieco. Sono in grado anche io di sporcarmi le mani per andare incontro al bisogno di qualcun altro?
    • Sporcandosi le mani Gesù agisce concretamente… Nella mia quotidianità, attraverso le relazioni con persone e cose, dove vedo la presenza di Gesù?

Riesco a vederLo presente e operante “con le mani nella terra”, nel fango?

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3.3. Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe

Compromettersi… si tratta di questo! Alla fine… il cieco stava “bene”, poteva mendicare, qualcosa portava sempre a casa! Magari guadagnava anche la compassione di qualche passante che gli rivolgeva una parola… non molti perché era un impuro… parlare con lui escludeva l’altro dal poter partecipare al culto in sinagoga! Insomma il cieco era abituato… stava bene nelle sue abitudini innate! Però… Qualcuno di speciale e di unico passando quel giorno… lo ha chiamato come Bartimeo a lasciare il mantello, le comodità, le sicurezze e a tornare a vedere… o almeno ad iniziare a farlo! Il cieco ha vinto la sua diffidenza che prendeva da quella degli altri… si lasciava trascinare dal popolo… non aveva mai conosciuto e parlato con Gesù… ora sceglie liberamente di lasciarsi cambiare la vita!

    • Ti fai provocare o ti arrendi subito? Se sì, in quali occasioni? Se no, come mai? Quali sono le mie paure? Cerco di dare un nome a queste paure!
    • Hai coraggio di non perdere la speranza nella ricerca di Gesù?

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3.4. Noi vediamo!

Farisei e genitori… la presunzione di vedere bene, di non essere ciechi anche loro!

I farisei rifiutano a priori Gesù, hanno pregiudizi nei suoi confronti perché sono convinti di agire secondo la legge perfettamente e di “essere a posto”… di essere già salvi! Sono convinti ciecamente di poter bastare a loro stessi, non credono di aver bisogno di un incontro che possa cambiare la loro vita… non si mettono in discussione perché la legge è sufficiente e così si chiudono all’incontro con Gesù…

Allo stesso modo i genitori… insomma… basta andare in sinagoga (basta andare a messa…) però non toglieteci quella! La sinagoga è il requisito per essere accettati dagli altri (i sacramenti sono il requisito per non dare nell’occhio, per essere come gli altri e non fare i diversi… Non dovrebbero essere il luogo di incontro con Gesù che ogni volta mi cambia la vita, mi fa tornare a VEDERE?!)

    • Hai mai delle chiusure, dei pregiudizi verso le novità che incontri? E nei confronti di Gesù, quali sono i tuoi pregiudizi verso di Lui (preghiera, incontro nei sacramenti, messa)? Perché?
    • Credi di poter perdere qualcosa accogliendo Gesù veramente come la verità della tua vita? Cosa perderesti? Perché? Ne vale la pena?
    • Per cosa sei disposto a metterti in gioco? Gesù è una di queste cose?
    • Pensi che il rapporto con Gesù arricchisca la tua vita? In che modo? Come la cambia quando lo incontro? Sono felice quando sto con Lui?

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3.5. Io sono la luce del mondo

Il cieco diventa segno vivo dell’incontro inaspettato con Gesù, non è lui che va a cercarlo e a chiedergli di poter vedere, ma è Gesù che lo cerca, lo incontra e gli stravolge la vita, portandolo da una condizione di cecità totale e innata, alla luce, alla vita vera e nuova in Lui. Per il cieco Gesù è una novità, la sua vista è una novità e ne deve prendere consapevolezza, come la fede, la fiducia che ha in Gesù.

3.6. E poi? Luce per chi? Per me stesso?

Diventa segno il cieco per gli altri e per se stesso, perché crea mormorio, crea domande in chi gli sta accanto e le domande degli altri lo portano alla ricerca nella sua fede in quest’uomo che lo è andato a cercare e gli ha cambiato la vita. Le domande di chi l’ha sempre visto, ma forse non veramente, le domande dei farisei, le ultime domande di Gesù, portano il cieco ad una consapevolezza della propria fede. Si lascia interrogare, si interroga e diventa motivo per gli altri di interrogativi, scatenando i cuori ciechi di chi gli sta accanto alla ricerca di Gesù, alla ricerca di quella luce che è vita vera.

Perché è segno?

Perché Gesù modifica in lui una condizione innata di cecità, gli dona la vista, ma quella luce che solo Lui può dare alla sua vita.

Perché è segno?

Perché Gesù modifica in lui una condizione innata di cecità, gli dona la vista, ma quella luce che solo Lui può dare alla sua vita.

Come diventa segno?

Diventa segno creando mormorio, mettendo in moto i cuori di chi gli sta accanto su Gesù. Anche gli altri cercano di capire chi è quell’uomo che ha portato alla luce il cieco!

    • Ci sono situazioni in cui percepisco di essere segno di Gesù? Quali? Magari in mezzo a quelle persone che si tengono lontani da lui?
    • Mi sento mai segno di Gesù? O mi sento ancora cieco?
    • Riconosco intorno a me i segni di Gesù? In quali opportunità, in quali incontri?
    • Mi lascio interrogare dalle persone nelle quali intuisco che c’è la luce di Gesù? Riconosco e ringrazio per questi segni di Gesù o mi è più facile vedere il male e la cecità negli altri e in me?
    • Mi lascio interrogare da chi mi sta accanto? Mi lascio interrogare da Gesù?
    • Intuisco che farmi domande su Gesù, sulle mie amicizie, su me stesso è un modo per crescere o lo vedo solo come una perdita di tempo?

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